Stagione: 2024

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Inter – Pro Sesto

Vantaggio, pareggio, di nuovo vantaggio. Il tutto in meno di 15 minuti. È la semifinale tra Inter e Pro Sesto, ma pare di assistere ad una lotta tra gladiatori: con i nerazzurri che attaccano a più non posso, con i ragazzi di Pasca che resistono stoicamente. Il vantaggio dell’Inter, concretizzato sul 2-1 nei primissimi minuti, viene sigillato da una saetta di Forlani solo ad un secondo dalla fine, quando la Pro Sesto – onore al merito per la difesa – non può fare altro che accettare il verdetto. Dunque dadi tratti: l’Inter è in finale, dove raggiugnerà la Juventus delle meraviglie.

PRIMO TEMPO. Una perla d’eleganza dopo 22 secondi dall’inizio del match, una perla di forza per pareggiare i conti un minuto e 7 secondi più tardi. Comincia così la semifinale del torneo Annovazzi tra Inter e Pro Sesto, un po’ come un colossal holliwoodiano che parte in medias res. Prima Ariu per i nerazzurri, poi Mastromarino per la Pro Sesto: in meno di due giri d’orologio, gli equilibri si spezzano e si ricompongono perfettamente bilanciati in via Cazzaniga. Almeno finché Pappalardo non ci mette lo zampino: al 13’, dopo una serie infinita di interventi provvidenziali di Ferrari, il numero 11 si regala un altro bocconcino dagli sviluppi di calcio d’angolo e rimette l’ago della bilancia verso l’estremità nerazzurra.

SECONDO TEMPO. A quest’Inter, sempre all’attacco, fantasista e creativa ma comunque solida, è davvero difficile non piegare la testa. Alla fine del primo tempo la Pro Sesto resiste ad un assedio, riuscendo a costruire qualcosina solo cogliendo di sorpresa i ragazzi di Sala con qualche contropiede affidato a Di Goia. Ma, in modo o nell’altro, i biancocelesti resistono. E continuano a resistere anche nei primi minuti della ripresa, quando un miracolo di Cremone tiene il pallone un centimetro davanti alla linea di porta. Dunque si può dire: la Pro Sesto non è una pillola semplice da buttare giù. Sono probabilmente i mezzi miracoli di Ferrari a rendere particolarmente amara la digestione dell’Inter, che rimane rimane sì in vantaggio, ma non riesce ancora a chiudere del tutto la partita. Poi, dopo l’occasione clamorosa di Foroni che sta ancora facendo vibrare i pali della porta nel centrale di via Cazzaniga, i nerazzurri archiviano la pratica proprio all’ultimo secondo, come a volersi tenere il meglio dello spettacolo pirotecnico per il gran finale. 22 secondi prima del triplice fischio, praticamente come tutto era iniziato, Forlani chiude i giochi e mette la definitiva firma nerazzurra sulla finale contro la Juventus, nel frattempo uscita vincitrice contro il Milan.

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Milan – Juventus

Remake dell’anno scorso: in semifinale è sempre Milan-Juventus e come l’anno scorso ad esultare sono i bianconeri. Alla fine è 3-1 con le reti di Mazzotta, Vidzivashets e Salvai; gol della bandiera rossonero di Carbone. Ora per la Juventus lo scoglio finale, l’Inter.

PRIMO TEMPO. Bastano due minuti alla Juventus per mettere in chiaro le cose: Mazzotta parte dall’out di sinistra, supera un uomo e si accentra. L’intuito potrebbe dirgli di appoggiare e invece va al tiro, gol da fuoriclasse e Milan gelato (1′). E le docce gelate non sono finite: Vidzivashets porta palla al limite dell’area e va al tiro con una conclusione che lascia di sasso tutti e il risultato è oro, 2-0 e Juventus corsara (10′). Il Milan accusa il colpo ma continua comunque ad operare a testa bassa per cercare di trovare qualche buco da sfruttare, ma la Juventus difende bene e neanche le sortite di Kateete riescono a scalfirli. Al 28′ l’occasione d’oro per i rossoneri: Borsa si vede respingere da Repaci un tiro già destinato in fondo al sacco, mani nei capelli per il 9 rossonero e squadre negli spogliatoi.

SECONDO TEMPO. E anche il secondo tempo parte sulla falsa riga del primo. Il pericolo è sempre a tinte bianconere e porta la firma di Vidzivashets, che di testa mette sotto la traversa ma è bravissimo Galimberti ad alzare in corner. Il Milan però non è da meno e pochi minuti dopo ci prova con Carbone ma la sua conclusione è alta. Non è una partita come le altre e la Juventus sa che deve chiuderla subito: Salvai, dopo il gol incredibile dell’ultimo turno, decide di replicare andando a bucare anche il Milan, concludendo dal limite dell’area piccola (10′). È ancora una super azione della Juventus a mandare al tiro Castagneri, ma la sua conclusione non è fortunata. Nonostante la sconfitta il Milan non rimane a bocca asciutta e allo scadere trova il gol della bandiera con Carbone, ma è troppo tardi: sarà la Juventus ad affrontare l’Inter in finale.

Distinta MILAN JUVE

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Pro Sesto – Inter

Nel secondo incontro della serata esordisce anche l’Inter di Fabio Cappelletti, fresca di vittoria proprio nel derby della scorsa domenica. Di fronte, una Pro Sesto che per buona parte dell’incontro tiene botta all’avversario senza troppi timori reverenziali, ma che, come spesso capita in questi casi, paga a carissimo prezzo quei minimi errori che a questo genere di rivali non puoi concedere. Il duo difensivo biancoceleste composto da Karabeliova e Ghioni gioca un gran primo tempo: la nerazzurra Vigetti è dinamica e regala un paio di giocate sopraffine, ma i pericoli più grossi per la porta di Patrizio arrivano da Occhipinti (un prospetto estremamente interessante). Il difensore 2010 prima calcia dalla distanza costringendo il portiere a una deviazione impegnativa, poi, sul corner seguente, colpisce di poco a lato di testa. La Pro Sesto c’è anche nel secondo tempo, e la bella conclusione a giro di Dalla Mora lo testimonia, ma nel momento forse migliore per le ragazze di Terranova, l’Inter la castiga da grande squadra. I fattori determinanti nella ripresa sono principalmente due. Il primo è l’ingresso in campo di Elisa Ciurleo: la nerazzurra, pur senza fare cose mirabolanti, dimostra tutto il suo spessore andando, soltanto con la sua presenza, a modificare la chimica della partita. Con Ciurleo a vertice alto del blocco di centrocampo la soglia di tolleranza all’errore difensivo scende in prossimità dello zero. E se a questo si aggiunge la sete di gol di Bersani, da oggi “The Viper”, ecco che la sfida prende rapidamente una piega netta, e forse troppo severa per una Pro Sesto che si mette ancora in luce con un bel tiro a spiovere di Nave. Ma tornando a Bersani, la sua tripletta è un trattato scientifico sui serpenti velenosi, con la 11 assolutamente letale nello sfruttare ogni minima respinta errata. E nel quattro a zero finale, c’è spazio anche per il premio a Girolimetti, generosa esterna a tutta fascia, festeggiatissima dalla compagne dopo il suo gol.

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Scarioni – Inter

Alla fine non c’è storia: l’Inter di Sala si prende la scena nel centrale di via Cazzaniga, portando sul palco una prestazione con i controfiocchi contro una sontuosa Franco Scarioni. I gol di Ariu e Barcella mettono in discesa il match già all’inizio del primo tempo e chiudono la pratica arancionera con due gioielli da mettersi le mani tra i capelli e un rigore parato. Ora i nerazzurri attenderanno la semifinale contro un’ottima Pro Sesto, che nel frattempo si regala una vittoria sudatissima contro l’Atalanta ai calci di rigore.

PRIMO TEMPO. Non passano nemmeno 10 minuti e già l’Inter mostra i muscoli: Barcella serve ad Ariu un cioccolatino in area che il numero 7 non si esime da trasformare in gol. Due minuti più tardi, è di nuovo Barcella ad impattare di testa sul capolavoro di Penta e a trovare subito il 2-0. Dal lato della Franco Scarioni, non bastano gli scatti di Pietroboni: la linea difensiva nerazzurra è compatta e lascia pochissimi spazi ai ragazzi di Olivieri. Solo il tiro dalla distanza di Ciano riesce ed aprirsi un piccolo varco, ma i guantoni di Costante non si fanno trovare impreparati. Sfortunato poi l’inserimento del solito numero 11 arancionero, che cerca di risolvere la spiazzata di Dieng indirizzando la conclusione in porta: di nuovo, il portiere nerazzurro si arriccia attorno alla palla ed impedisce alla Scarioni di accorciare le distanze. Dall’altra parte del campo, gli arancioneri comunque resistono: tutti gli azzeccati gli interventi di Maggio, mentre i rapidi cambi di direzione di Penta non intortano Conte e Murolo.

SECONO TEMPO. I giochi si riaprono dunque sul 2-0 costruito nei primi minuti di gioco e cristallizzato dalla buona tenuta difensiva della Franco Scarioni. Nella ripresa, il volto degli arancioneri non sembra essere cambiato rispetto agli ultimi minuti del primo tempo: Maggio rimane attentissimo, Fioravanti è un vero guastafeste con i suoi inserimenti, mentre lì davanti Dieng e Ciano si lanciano all’inseguimento di ogni occasione, alla ricerca del guizzo giusto per trasformare anche la più scarna possibilità in un accenno di rimonta. Gli sforzi in attacco non sono sufficienti ad accorciare le distanze, ma almeno, nel frattempo, difesa e centrocampo non mollano un centimetro e non tremano nemmeno davanti alle scorribande di Ariu e Marchesi sulla fascia destra. L’Inter, però, è sempre e pur sempre l’Inter: il rigore di Dieng, quell’occasione che – per quanto tardiva – la Scarioni stava tanto aspettando, si infrange sui guantoni prontissimi di Caputo, che dunque mantiene tutto come è stato fin dall’inizio, ossia sull’intonso vantaggio nerazzurro. Dunque l’Inter vince sì, ma non stravince. La Scarioni si conferma come una delle forze regionali più in forma: d’altronde, si sta parlando di una squadra che nel suo girone fa fatto e continua a fare gli sfaceli. Gli arancioneri abbandonano l’Annovazzi con un ghigno sulle labbra, che non è certo il sorriso – per quanto potesse essere più largo – dell’Inter, ma che è sintomo inequivocabile di essersela giocata con una prof a testa alta.

Formazioni BraccoCup_SCARIONI_INTER

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Rhodense – Milan

Scende in campo il Milan alla Bracco Cup Annovazzi (un primo e un secondo posto nelle ultime due edizioni per le rossonere), superando con il punteggio di 2-0 la Rhodense e raggiungendo nella semifinale del 14 marzo il Monza. Un successo senza dubbio meritato quello delle ragazze di Zatelli, che pur senza diversi elementi importanti – su tutte il capitano Giorgia Galluzzi – controllano un avversario ottimamente organizzato, ma che ha pagato forse un po’ troppo l’emozione del confronto con una rivale così importante. La Rhodense tiene infatti molto bene il campo (di spessore la prova in mezzo al campo di Renner, piace Benedetti in difesa), ma non riesce a incidere abbastanza in fase offensiva, fatta eccezione per il tiro fuori di poco di Santambrogio dopo un contrasto vinto da Cova. Milan che dal canto suo ci mette un po’ a calibrare la mira, ma che col passare dei minuti prende in mano la partita, per non lasciarla più. Ottima l’iniziativa di Fiore, che sguscia via all’avversaria ma a tu per tu col portiere trova l’ottimo intervento di Albera. Poi c’è la traversa scheggiata da Elshamy (seconda punta con libertà di movimento quasi a tutto campo), sull’ottimo invito di Toschi. Proprio la pimpante numero dieci rossonera si rivelerà la “girl of the match”. Suo, infatti, il gol che arriva proprio in chiusura di primo tempo: azione in profondità col pallone che probabilmente oltrepassa la linea di fondo, ma che viene rimesso al centro finendo quasi magneticamente sui piede di Toschi, che non ci pensa due volte e lo scaraventa in rete. Se già prima il pallone scottava un po’ tra i piedi della Rhodense, sotto di un gol la missione si fa ancora più ardua. Sulle offensive rossonere si mette allora in mostra Rota che chiude alla grande su Bertoni lanciata a rete, andando poi a rispondere presente anche sulla conclusione di Elshamy. Il gol del 2-0, però, è tutto del “cervellino” rossonero Toschi, che nell’occasione si dimostra anche capace di rubare palla in contrasto prima di involare e sigillare partita e qualificazione.

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Pro Sesto – Atalanta

Un equilibrio perfetto che si mantiene, resistendo ai vari scossoni di una e dall’altra squadra, fino al triplice fischio: i 60 minuti di gioco dicono 1-1 tra Atalanta e Pro Sesto, rinviando il verdetto finale ai calci di rigore. Il dischetto ha le idee chiare, più chiare dei minuti regolamentari: dopo due parate, una per parte, la traversa di Shullani finisce per consegnare alla Pro Sesto una vittoria sudatissima.

PRIMO TEMPO. La Pro Sesto, con il suo 4411 solido e appuntito, si mette subito in mostra con l’intraprendenza del suo capitano, Riccardo Mastromarino, che prima trova le braccia di Foglia con un tiro potente ma troppo centrale e poi si toglie lo sfizio del gol con una galoppata inarrestabile con cui scavalca senza impacci la linea difensiva. Siamo al 9’ del primo tempo, siamo al vantaggio biancoceleste. La Dea non rimane però orfana di soluzioni per rientrare in partita: le lancette dall’orologio fanno giusto in tempo a fare due volte il giro del quadrante quando Meyou si presenta davanti alla porta dei milanesi. Il tiro non impensierisce però Ferrari, poco dopo ancora decisivo sul cacio di punizione di Gjoka e sulla conclusione di Andrea Sergio. La Pro Sesto pare essere perfettamente duttile e in grado di reggere alla pressione dei nerazzurri: passato il momento di turbolenza nella loro area, i ragazzi di Pasca tornano dunque ad affacciarsi nella metà campo avversaria. Lo fanno con un magistrale Stefano Sala, che costringe Foglia ad un salto da lince per tenere il pallone lontano dalla rete dopo il suo calcio di punizione (i metri saranno almeno 30), e con un altrettanto sorprendente Mattia Bonanno, la cui conclusione dalla fascia destra finisce larga di poco più di un capello. I primi 30 minuti finiscono così sul centrale di via Cazzaniga: con una Pro Sesto all’arrembaggio e un’Atalanta ancora alla ricerca del giusto guizzo per oliare i suoi meccanismi.

SECONDO TEMPO. La compagine di Giordani cerca dunque una soluzione ad un problema impellente: c’è da rimettere il match sui binari giusti. La soluzione arriva quando ce n’era più bisogno, ossia un minuto dopo quella saetta di Beretta che rischia cdi portare i biancocelesti sul doppio vantaggio: Filippo Gagliardi si prende il tiro e trafigge Ferrari, rimettendo tutto in parità. Detto fatto, dunque: la Dea pare aver ritrovato l’ispirazione che serviva per ricalibrare la partita e ora è il turno della Pro Sesto di andare in gestione. Le occasioni per i nerazzurri si moltiplicano nei primi minuti della ripresa: Mazzola, Gjoka, Canavesi, Odje, quattro fuoriclasse per altrettante (ma forse anche di più) occasioni d’oro per l’Atalanta. Gli equilibri della partita sembrano ormai essersi sbilanciati tutti dentro l’area biancoceleste, con la Pro Sesto che deve chiedere gli straordinari a Cremone, Luly, Cascella, e Giuliano per mantenere il pareggio. I ragazzi di Pasca tornano pericolosi solo con la saetta di Ligu, che calcia un pelo alto dopo l’assist da incorniciare di Chiodi. Nonostante la carica nerazzurra, il triplice fischio arriva quando il punteggio dice ancora 1-1: l’accesso alla semifinale del torneo Annovazzi si deciderà ai rigori.

RIGORI. I due estremi difensori non si smentiscono: davanti ai rigoristi, né Gerosa, subentrato a Foglia nella ripresa, né Ferrari battono ciglio e riescono a parare un tiro a ciascuno. Il verdetto finale arriva però con l’errore di Shullani, che consegna ai biancocelesti il biglietto d’onore con destinazione semifinale contro l’Inter, nel frattempo uscita vincitrice dalla sfida con la Franco Scarioni.

Formazioni BraccoCup Pro Sesto Atalanta

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